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Devozione a San Valentino: a Terni per la promessa di eterno amore

5 anni fa


San Valentino è tradizionalmente la festa degli innamorati, questa tradizione ha origini religiose?


Si, ma non da subito. Il giorno di San Valentino celebriamo questo cristiano di origine romana morto come martire del Cristianesimo. Solo successivamente vi si aggiunse la benedizione per gli innamorati.

Ogni anno, da circa 25 anni, decine di innamorati arrivano a Terni da tutte le parti d’Italia per promettersi eterno amore nella cappella di San Valentino.
Il 14 febbraio è San Valentino e, ormai per tradizione, la festa di tutti gli innamorati. In occasione di questo giorno dedicato alle coppie ed al santo patrono degli innamorati, la Chiesa principale di Terni (città di cui San Valentino è patrono) organizza la festa della promessa. Decine di coppie provenienti da tutta Italia (lo scorso anno furono 120) che si sposeranno entro l’anno, giungono nella città umbra con l’intento di promettersi reciprocamente eterno amore, una promessa che verrà benedetta dal vescovo.


Cos’è la promessa di Terni?

La promessa non consiste in altro che giurare di offrire al proprio compagno/compagna un amore fedele e paziente, un amore attento, generoso e rispettoso, insomma un amore che rispetti le promesse matrimoniali che i giovani andranno a ribadire entro la fine dell’anno sull’altare e di cui San Valentino è patrono. Le coppie accolte nella scuola materna di San Valentino dove riceveranno un omaggio floreale ed una colazione. Quindi andranno nella parrocchia intitolata al Santo degli innamorati dove parteciperanno ad una funzione ed i giovani si scambieranno la promessa. Terminata la celebrazione, tutti riceveranno una pergamena in ricordo dell’evento.


La genesi della Festa di San Valentino

Valentino nasce nel 176 d.C. a Terni da una famiglia nobile e a soli 21 anni consacrò la sua vita a Dio. Devoto e missionario della fede, Valentino non smise mai di professare il proprio credo e officiare cerimonie nonostante le minacce dell’Impero. Catturato e portato al cospetto dell’Imperatore Claudio II, una prima volta, questo gli chiese di abiurare, ma il sacerdote rifiutò e cercò anzi di convertirlo. Gli intimarono di smettere ed ottenne la grazia.
Catturato in età avanzata, per la seconda volta, in questo caso per volontà di Aureliano,  ottenne  nuovamente la grazia. Ne seguì però una terza: mentre celebrava un matrimonio tra una donna sabina ed un centurione romano (pagano), una cerimonia segreta e fugace. Questa volta, catturato,  Valentino non ottenne la grazia; lo frustarono e quindi lo decapitarono.